Pagina:Storia degli antichi popoli italiani - Vol. III.djvu/167

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Ncir intorno un giovane sncrifìcnloro tiene in sulle fiamme dell’altare una lingula, dov’è infilzato il viscere della vittima, eli’ egli va esplorando altentamenle. Stdla faccia dell’ altare è figurato un serpente: rettile profetico, e simbolo insieme di buon augurio. Le due palette e la capedine sono altri arredi del sacrifizio. Da un lato NAEPXS ( per melatesi mx^ Kòs)l’allra iscrizione incerta "^.

All’esterno una saltazione bacchica di dicci giovani parte nudi j parte col manto gettato in sulla sjialla, e tutti incoronati di fiori j portano in mano o cantaro, o corno potorio, o altri arredi del rito baccliico: sonovi attorno parecchie iscrizioni trascritte nel citato catalogo tav, xxvii. ii85 bis. — Pare cosa certa che il tema della figura esposta sia il sacrifizio stesso augurale, che facevasi tutte volle nelle orgie bacchiche.

3. AJtra coppa a due manichi, figure gialle in campo nero. — Pr. di Canino.

Un giovane di contado vestito e calzato alla rustica, regge sopra un bastone due panieri appesivi coli’ uncino, e eh’ ci va posando a terra: quel bastoncello a’ suoi piedi è senza dubbio il pedo viatorio del

1 18 gioNon bisogaa maravigliarsi troppo delle frequenti Iransposizioni, nuitazioni, e omissioni di lettere, notate nelle leggende dei vasi: l’uso della regolata scrittura non era comune anticamente: né si fa gran torto a chi poneva tali epigrafi^ fosse pure il pittore o il vasaio, credendo eh’ ei scrivesse come parlata, st’nza mollo curarsi delle regole dei yraaiuiatici.