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CAPO XV.

Della morte di Tiberio, e dell’impero di Maurizio.

Tiberio Costantino, dopo aver governato l’impero per sette anni, sentendo avvicinarsi il giorno della morte, uniformandosi al consiglio dell’imperatrice Sofia, elesse all’imperio Maurizio di Cappadocia, uomo valorosissimo, ed abbigliata la propria figliuola cogli ornamenti reali a lui consegnolla dicendo: Io ti cedo il mio impero con questa donzella: fanne buon uso: ricordati sempre di amare l’equità e la giustizia. Ciò detto passò da questa luce alla patria eterna, lasciando i popoli in gran lutto per la sua morte1. Uomo di somma bontà, caritatevole, giusto, nel giudicar pru-

    se in appresso stabilita a Grado: perchè i Langobardi possedeano Aquileja, e Grado apparteneva all’imperatore. (Murat. ibid. 504.).

  1. Tutti gli Storici si accordano nelle lodi verso questo veramente adorabile imperatore. Merita d’esser letto il ritratto che fa di esso il Gibbon al c. 45. della sua storia. Io dirò solamente che la umanità, la giustizia, la temperanza, la fortezza lo pareggiano ai più virtuosi imperatori gentili, ma la sua carità lo qualifica per lo specchio dei principi del Cristianesimo.