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LIBRO SETTIMO — 1813. 107

fra detrattori: lasciato con poca schiera, quarantamila soldati, contro gl’immensi eserciti di Schwartzemberg e di Vittgenstein, valorosamente combattendo, abilmente volteggiando, dava tempo a’ nuovi concetti di Bonaparte ed a’ ritardi che produceva la malnata discordia de’ capi. Se Lipsia fu serbata, se poi l’esercito potè ritirarsi per la più breve linea sul Reno, se n’ebbe il debito a Gioacchino.

Adunato in Lipsia l’esercito e la guerra divenuta difensiva, mutarono in timor le speranze di Francia. Lipsia nel seguente giorno fu assalita per gran battaglia, gloriosa e infelicissima all’esercito francese, la quale non è mio debito il descrivere, come neppure altri fatti d’armi contemporanei e succedenti, ne’ quali Bonaparte, o vincitore o vinto, era di non altro sollecito che di ridurre le schiere dietro al Reno. Ma è mio debito rammentare che il re di Napoli nelle universali sventure e disperazioni fu prode, infaticabile, ansioso di bella fama, come se ne fosse ne’ suoi stato bisognoso; e che in Erfurt, finiti gl’intoppi e i pericoli della ritirata, prese commiato dall’imperatore tra scambievoli fraterni abbracciamenti, ultimo commiato e ultimi segni di amicizia e di affetto. Giunse in Napoli al finire dell’anno 1813, quando negli stati di Europa, dopo il genio riformatore del passato secolo, e la tumultuosa mal sentita libertà di Francia, e la politica eguaglianza più goduta e più radicata, cominciò ne’ popoli e ne’ governi nuova tendenza, primo punto di altro circolo di sconvolgimenti e di miserie. E poichè la tendenza della quale io parlo agitò il resto del regno di Gioacchino, e dura e durerà lunga pezza, io ne dirò partitamente l’indole, le origini, l’incremento.

LI. La facoltà di consultare armati gli affari pubblici era libertà o necessità delle prime o rozze tribù, ma i tempi progredendo, la forza cedè alla ragione, e fatti i popoli più civili furono meno deliberativi gli eserciti. E quindi in Europa sotto governi mezzo barbari, mezzo civili, la potenza morale delle armi era frenata dal domma che la milizia obbedisce al suo capo, egli al sovrano. Così nella disciplina (che è verità, sustanza, necessità di ogni milizia) fu radicata la massima salutare: la natura degli eserciti essere passiva.

E frattanto in quell’anno, 1813, avvennero in contrario i seguenti casi. I generali York e Massenbach da’ campi dell’alleato esercito francese disertando con le loro genti, si accordarono coi Russi. Il re di Prussia, timoroso ancora della Francia, riprovo l’accordo, rivocò i due generali disertori, gli minacciò di pena, ma indi a poco tornarono premiati agli stipendii, e la tregua fermata per tradimento videsi legittimata e slargata in alleanza. Due reggimenti di Vesfalia che stavano co’ Francesi alle difese di Dresda,