Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/104

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giudici quale venue compilato nel XVI dal Fara, almeno per i primi due, collima con quanto su di essi ci viene riferito non solo dalla cronaca di S. Gavino ma anche dal condaghe di S. Pietro di Silki.

Che la Chiesa di S. Gavino sia stata eretta da artefici pisani, come ci narra la cronaca della sua fondazione, e cioè da XI mastros de muros e de pedras sos plus fines et megus qui potiruumt acatare in Pisas, risulta con molta evidenza, come vedremo più avanti, dai caratteri stilistici ed architettonici del bel tempio e trova la sua spiegazione nei rapporti d'amicizia che intercedevano sin d'al lora fra i gindici di Torres e i pisani, Tutti questi elementi, tutte queste concordanze, che prese isolatamente non avrebbero che un valore molto relativo. nel complesso non possono non stabilire in modo da non lasciar dubbi di sorta che la Chiesa di San Gavino venne eretta verso la prima metà del XI secolo da Comita o Gonnario di Torres e consacrata sotto il giudicato Dorgotorio.

La chiesa sin dalla sua consacrazione dovette esser elevata a dignità episcopale se ai primi del XII secolo troviamo menzionati i canonici ed i chierici di S. Gavino di Torres nel lodo che Uberto, arcivescovo di Pisa c legato pontificio in Sardegna, pronunziò nel concilio tenuto ad Ardara nel 11351.

Alla Basilica di S. Gavino erano annesse molte chiese filiali quali le chiese di S. Giovanni d'Usine2, di S. Giorgio di Basui3. Era dotata di cospicui censi ed un diploma dell'arcivescovo di Torres del 1170 ci riferisce che si rimetteva ai priori del monastero di Nurchi

  1. Tola, Op. cit. Vol. 1, Sec. XII, pag. 209.
  2. Tola, Op. cit. Vol. 1, Sec. XII, pag. 219.
  3. Tola, Op. cit. Vol. 1, Sec. XII, pag. 209.