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Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/331

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chetti sono a tutto sesto ad eccezione di quei che rincorrono sotto le falde inchinate del frontone, i quali sono trilobati.

A quest'antica chiesetta, che subì deturpazioni le più mostruose, dovea appartenere una singolare pila, che si conserva nella Chiesa Parrocchiale di Sarrok ch'è a pochi chilometri da S. Pietro Pula. La coppa Quartu S. Elena — Colonia giurisdizionale dell'antico Convento di S. Agata (poscia dei Cappuccini).in marmo, in cui sono scolpiti i simboli dei quattro evangelisti con tecnica che si può assegnare al XII secolo, è sostenuta da un rocco di colonna a scanalature elicoidali, indubbiamente tolto da qualche edificio romano della vicina Nora.


In Sardegna sono numerosissime le chiesette romaniche e ciascuna ha, malgrado l'uniformità del tipo architettonico, qualche particolarità che la differenzia dalle altre e la rende interessante e degna di studio.

Fra queste, è la Chiesetta di S. Platano posta all'estremità dell'abitato di Villaspeciosa il quale, malgrado il nome poeticamente catalano, ha origini di molto anteriori all'avvento della Signoria dei re d'Aragona. La chiesetta subì diverse modificazioni le quali trasformarono completamente l'interno ed i due fianchi, lasciando inalterate le due absidi nelle quali rincorrono gli archetti sotto la cornice di gronda. In queste niente di singolare, niente che differisca dal solito tipo costruttivo.

La facciata invece venne costrutta con forme che non hanno riscontro alcuno coi tipi architettonici fino ad ora esaminati. È un mosaico di frammenti ornamentali e di marmi disposti saltuariamente senza criteri prestabiliti su un'architettura, in cui sono forme di schietta arte toscana.

Sono fra queste le due colonnine, che dallo zoccolo si staccano per ricongiungersi in alto con due arcate che contornano le caratteristiche