Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/407

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rico, poichè il pulpito rammenta come si desume dall'iscrizione scolpita in bei caratteri del cinquecento il passaggio in Cagliari di Carlo V che raccolse nel nostro golfo la sua grande armata per la prima spedizione contro Tunisi. Da quest'ambone lo strano e potente imperatore ascoltò la messa, ed il fraticello di S. Francesco, cui forse più che le aride disquisizioni teologiche sorridevano fantasmi di procaci bellezze e visioni di dolci abitatrici di ignote e deliziose contrade, volle eternare l'avvenimento con arte la più squisita.

Quest'ambone fu oggetto d'esame e di studio per parte di quanti s'interessarono dei monumenti di Cagliari, ma, per non essersi a ciò proceduto con criteri e riscontri stilistici, si pervenne a conclusioni che non sono in correlazione colle sue linee decorative ed architettoniche. D. SCANO Storia dell'Arte in Sardegna.

I più ritennero che al lavoro presiedette una rigorosa unità nelle lince architettoniche e decorative e che una stessa mano scolpi tanto le scorniciature quanto i pannelli. E, poichè da quel pulpito senti la messa Carlo V. si dedusse che unica fatica del dottore in teologia sia stata quella d'aver dettata l'iscrizione, attribuendo l'opera sculto- rica ad epoca più antica ed a scultore ignoto.

Dal tunc hoc sculptum, che qui si ricorda, lo Spano arguiva che