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culis Legati papali, non potettero da lui ottenere pur la speranza del suo ritorno alla Chiesa. Così le cose rimasero là dove si trovavano; nulla guadagnarono i Lombardi, molto Federigo; io dico il tempo a ristorare l’esercito1.

1176 Entrava il settantesimo sesto anno del secolo di perpetuale memoria, nel quale tali cose avvennero, che il ricordarle in questa italiana patria con religione di cerimonie sarebbe santo e salubre provvedimento. Imperocchè come quelle della Chiesa riscaldano l’animo dell’amore della patria che è ne’ Cieli, così queste conforterebbero ad amare la patria, che con maternale carità ci vezzeggia nell’infanzia, ci nutrica nella giovinezza, ci avvalora e fiorisce di memorie la cagionevole vecchiaia.

Io mi avvicino alle italiane Termopoli, dico a Legnano. Rotto ogni trattato di pace, i Rettori della Lega con molta alacrità di spirito agitavano nei parlamenti le opportune provvidenze alla guerra imminente. Nel gennaio in Piacenza i Rettori di Milano, Brescia, Piacenza, Verona, Padova, Modena, Mantova e Parma assembrati presero ottimi consigli ad assicurare la cosa pubblica, perchè il reggimento della medesima non balenasse in quella difficoltà di tempi. Provvidero alla successione de’ Rettori, perchè fossero uomini capaci del civil ministero, ed avessero nette le mani di quella scandalosa cosa, che è la pecunia. Vietarono ai Rettori l’accogliere appellazione di sorte; bastasse la sentenza dei propri Consoli a suprema diffinizione delle liti: e ciò a troncare le domestiche discordie, ed a conservare la peculiare libertà de’ Comuni. E poichè si prevedeva, che Barbarossa sarebbe tornato a tentare Alessandria; perchè questa non pericolasse pel dissentire de’ collegati intorno al modo di soccorrerla, si fermò, che si stesse al giudizio del Podestà Alessandrino, e i Rettori di Milano, Brescia, e Piacenza constringessero le loro città a dargli aiuto2.


  1. Card. Arag. Vita Alex. III. pag. 463. — Rommual. Salern. Chron. pag. 212. S. R. I. Tom. VII.
  2. Savioli Mon. 223. e 224.