Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/121

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Stante il breve governo, e la sanguinosa morte dei tre ultimi sovraccennati Imperatori l’Imperial diadema Romano era divenuto simile ai preziosi avanzi di un naufragato vascello, che spinti quà, e là dall’onde dell’impetuoso Oceano cadono in potere del più destro, che voglia impadronirsene il primo. Duemila uomini, che erano già stati spediti in soccorso di Ottone come il fiore, e l’estratto delle tre Legioni della Mesia, avendo dopo la morte del medesimo Imperatore commessi gravi disordini, procurarono di ottenerne impunità, ed anche ricompense col creare un Sovrano a lor modo, sulla supposizione di poterlo fare collo stesso diritto, con cui gli Eserciti Spagnuolo, Pretoriano, e Germanico avevano respettivamente eletti Galba, Ottone, e Vitellio. Questi duemila uomini pertanto avendo presi in esame tutti i Comandanti delle Provincie, e delle Truppe, dai quali crasi già coperto il Consolato, e non essendosi fra loro trovati d’accordo per rispetto allo sceglierne alcuno, s’attennero finalmente a Vespasiano mercè delle raccomandazioni di alcuni dei loro compagni d’arme, che militato avevano sotto di lui1. Vespasiano17 fu dopo Augusto il secondo restauratore della Romana Potenza. Sotto i governi distruttori, e tirannici di Tiberio, e de’ suoi successori Roma stessa non trovavasi in minor decadenza di quel che lo fossero tutte le altre parti

  1. Svet. in vit. Vespas. c. 6.