Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/146

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L’ostinata avversione della massima parte de’ primarj Romani al matrimonio, la quale non potette essere sradicata nè coi premj nè coi più severi gastighi, produsse uno spaventoso grado di corruttela di costumi, e particolarmente un’incorreggibile trasporto ad un amor brutale, da cui null’altro cercavasi che la sola soddisfazione dei sensi. All’epoca della sfrenatezza delle guerre civili, nelle quali si commettevano impunemente le maggiori oscenità1, l’amor contrario alla Natura era divenuto così comune, che lo stesso Orazio ebbe il coraggio di parlarne come di un piacere già permesso, e di moda2,

    frode si dolsero fortemente i Candidati ammogliati, e le loro lagnanze sono espresse da Tacito nel seguente modo. „ Satis pretii esse orbis, quod multa securitate, nullis oneribns, gratiam, honores, cuncta prompta, et obvia haberent. Sibi promissa legum diu expectata in ludibrium verti, quando quis sine sollicitudine parens, sine luctu orbus, longa patrum vota repente adaequaret,,. Moltopiù dannoso ancora di tutte queste illusioni della Legge Papia fu il jus trium liberorum4, in quanto che i celibi privi di figli l’ottenevano di frequente per inganno.

  1. Tac. Annal. III. 28. „ ex in continua per viginti annos discordia, non mos, non jus. Deterrima quaeqne impune, ac multa honesta exitio fuere.
  2. Serm. Lib. I. Sat. II. v. 116. etc.

                                                           Num si
    Anoilla aut verna praesto est puer, impetus in quem
    Continuo fiat, malis tentigine rumpi.