Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/149

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modo1, ed Eliogabalo2, cercarono di farsi un merito nel superare le invenzioni, e i preparativi di Tiberio, e di altri voluttuosi, e nell’eseguire pubblicamente quello, che lo stesso Tiberio si era dato la pena di nascondere. Allora si estinsero affatto in breve tempo i pochi avanzi di modestia, e di verecondia, che conservati si erano mediante le Leggi di Augusto, e i rigori, con cui egli punito aveva gli snaturati voluttuosi5. I più distinti giovani ed attempati, non si vergognavano, a simiglianza di Nerone, e di Eliogabalo, di sposarsi pubblicamente coi loro amati, o amanti, e di confermare tali scandalose unioni con patti stipulati di matrimonio3. Numerose schiere di molli, ed effemminati fan-

  1. Lampr. in ips. vita c. 5. et seq.
  2. ib. in Heliog. vita c. 5, 7, II, 26, 29, 31, 33.
  3. Juven. II. 116. et seg.

    „ Quadraginta dedit Gracchus sestertia, dotem
         Cornioini: sive hic recto cantaverat aere,
         Signatae tabulae: dictum feliciter. Ingens
         Coena sedet: gremio jacuit nova marito.
         O proceres, censore opus est haruspice nobis etc.

    Et Mart. Lib. XII. cap. 42.

    „ Barbatus rigido nupsit Callistratus Afro
         Hac qua lege viro nubere virgo solet
         Praeluxere faces; velarunt flammea vultus;
         Nec tua defuerunt verba Thalasse tibi.
         Dos etiam dicta est. Nondum tibi Roma videtur
         Hoc satis? Expectas num quid ut et pariat?