Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/15

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i più grandi Sovrani o non ebbero neppur il coraggio di toccare, o indarno procuraron di estinguere, crebbe, e dilatossi in tal guisa, che cader ne fece un membro dopo l’altro, e per ultimo giunse a distruggerne anche il cuore ed il capo.

La serie de’ quadri, che per ordine andrò esponendo, non può al certo inspirare agli accurati osservatori se non che vicendevoli sentimenti di raccapriccio e abominio, o piuttosto della più viva e leal compassione. Spero per altro che quanto i sensibili Lettori soffrir dovranno nelle seguenti descrizioni, verrà loro a sufficienza ricompensato dal racconto di molti fatti importanti del pari che dalle osservazioni, e dai paralelli che ricavar ne potranno da lor medesimi. Dee senza dubbio arrecar sorpresa, e rincrescimento ad ognuno che la Romana corruttela in estensione e grandezza superasse tanto quella delle più libertine, e screditate Metropoli della nostra moderna Europa, quanto gli Stati più potenti dei tempi nostri in popolazione, e in circonferenza cedono il vanto al Romano; che la stessa immoralità quando è giunta una volta ad un certo grado si lasci così poco tener a freno da leggi e gastighi, come coi più dolci espedienti; e che persino le già derubate, e del continuo affluenti ricchezze di tutta la Terra, e il copioso numero delle Legioni, composte di popoli i più valorosi ed illustri dell’antico Mondo, salvar non potessero dalla sua caduta la forte, ed ampiamente dominante Roma, a cui