Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/159

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desca non può trascrivere1. Quando anche rimanesse dubbioso se le donne superassero gli uomini, o questi le donne nella dissolutezza, e però indubitato che le Romane oltrepassarono di gran lunga i loro mariti, ed amanti nella sfacciataggine del vestiario, mentre gli abiti muliebri erano al tempo di Seneca così sottili, e trasparenti che si rendeva impossibile ad una Bella di spiegare ai suoi amanti nei loro più segreti incontri maggiori attrattive di quelle, di cui Essa faceva comparsa verso tutto il Pubblico2.

Coi costumi delle donne venne a cangiarsi eziandio la loro natura; imperocchè, siccome gli uomini si rendevano tanto più deboli, e fem-

  1. Veggasi Gioven, VI. v. 320, e seg. 333 e seg. Petròu. p. m. „ Occidisti Priapi delicias, anserem, omnibus matronis acceptissimum ec.,, Senec. ep. 95. Dii illas. Deaeque male perdant: adeo perversum commentae genus impudicitiae: viros ineunt.,, Lipsio confessa di non intender Seneca, e invece dell’ultime parole vuol leggere „ viri sunt, ineunt, ovvero, virosae ineunt.
  2. Senec. ad Helv. c. 16. „ Nunquam libi placuit vestis, quae nihil amplius nudaret, cum poneretur et VII. 9. „ Video sericas vestes, si vestes vocandae sunt, in quibus nihil est, quo defendi aut corpus, aut denique pudor possit: quibus sumtis mulier parum liquido, nudam se non esse, jurabit. Haec ingenti summa ab ignotis ad commercium gentibus accersuntur, ut matronae nostrae ne adulteris quidem suis plus in cubiculo, quam in publico ostendant.