Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/160

Da Wikisource.
156

minili quanto più si abbandonavano alla corruttela, così le donne divenivano semprepiù virili a misura che la medesima andava tutto giorno aumentandosi. Esse passavano le intera notti in gozzoviglie, e bagordi a fronte dei più famosi crapuloni, e al pari di questi caricavansi oltremodo lo stomaco di cibi, e di vino; anzi alcune di loro avevano persino il coraggio di calcar l’arena, e misurarsi con maschi, e robusti Gladiatori. Questi vizj virili vennero però puniti da parimente virili malattie, mentre molte illustri Romane si trovavano già ai tempi di Seneca podagrose e calve; difetti, dai quali Ippocrate dichiarato aveva esser del tutto esente il debol sesso1.

  1. Veggasi Lips. Satur. II.4 Gioven. VI. 250., ma specialmente Seneca Ep. 95. „ Cum virorum licentiam aequaverint, corporum quoque virilium vitia aequaverunt. - Non minus pervigi lant, non minus potant; oleo, et mero viros provocant: acque invitis ingesta visceribus per os reddunt, et vinum omne vomitu remetiuntur. Quid ergo mirandnm est maximum medicorum, ac naturae peritissimum in mendacio prehendi, cum tot foeminae podagricae, et calvae sint? beneficium sexus sui vitiis perdiderunt: et quia foeminam exuerunt, damnatae sunt morbis virilibus„. Ma per quanto virili fossero le Romane, tuttavolta parlavan soltanto la Greca favella, poichè questa era più dolce, e molle della Romana. Juven. VI. 186 et seq.

                                                               „ Omnia graece.
         Hoc sermone pavent, hoc iram, gaudia, curas,
         Hoc cuncta effundunt animi secreta etc. „