Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/166

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ugualmente indubitato che verso la fine del terzo Secolo, e molto più nel quarto la golosità dei Romani erasi notabilmente diminuita, laddove la voluttà, la mollezza, e la poltroneria andarono sempre crescendo, o almeno si mantennero nello stesso grado di prima. Macrobio1 si maraviglia delle cospicue somme di danaro, che già nell’ultimo Secolo della Repubblica venivano spese per la compra di alcuni piccoli pesci, che a tempo suo si potevano ottenere con poco, e confessa, facendo l’elogio dell’età sna, che allora non si conoscevano neppur di nome la massima parte delle leccornìe accennate da Siila nella suntuaria sua Legge1. La decadenza dello Stato trasse seco ancora quella delle immense ricchezze delle primarie famiglie, cosicchè niuna delle medesime era più in grado, come nel primo Secolo dopo la nascita di Cristo, di profondere botti d’oro nei momentanei piaceri della gola.

Per quanto grande sembrasse a Macrobio la golosità dei contemporanei di Siila, tuttavolta non era dessa che un piccol principio, o un preludio di quella, che alzò il capo sotto Au-

  1. Saturnal. II, 12, 13, „ et quibus rebus. Dii boni! quamque exquisitis, et pene incognitis generibus deliciarum! . . . . Itaque tanto hoo saeculum ad omneni continentiam promtius, ut pleraque earum rerum, quae Sullana lege ut vulgo nota comprehenduntur, nemo nostrum vel fando compererit„.