Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/169

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traprese fìnalmente ad esaminare le sue finanze; e quando vidde che pagando tutti i propri creditori non gli rimanevano che 250000 Risdalleri3, allora egli inghiottì il veleno quasi che col resto delle sue sostanze avesse dovuto vivere nella maggiore indigenza. Tra tutti gli altri parasiti di quel tempo non ve ne fu alcuno, il quale superasse Apicio nell’invenzione, e nel gusto. Ottavio peraltro si procacciò gran fama per aver comprato un Barbo (mullus) di cinque libbre e mezzo ad nn prezzo maggiore di quello già offerto da Apicio, vale a dire per dugentocinquanta Risdalleri1. Questo pesce maraviglioso era stato dal pescatore portato a Tiberio, come se desso gli sembrasse unicamente degno di mangiarlo; ma l’avaro Imperatore lo spedì subito al mercato dicendo che Apicio, oppur Ottavio, che da lungo tempo gareggiavano tra loro nel comprare a più caro prezzo i migliori cibi, ne avrebbe sicuramente fatto l’acquisto2.

  1. Senec. Ep. 95. Svet. in Tib. c. 34. Svetonio parla di tre Barbi, che furono comprati per 750. Risdalleri, e Seneca ne fa menzione soltanto di uno.
  2. Ibid. Macrobio parlando di quest’Ottavio lo nomina come un gran benefattore dei Romani Ghiottoni per la ragione che avendo egli portato seco dal Mar Nero molti Scari, pesci favoriti dei Romani, gli depose vicino alle spiaggie dell’Italia, e procurò che nei primi cinque anni tutti i pesci di questa sorte, che vennero presi, fossero di nuovo gettati in Mare. Una tal provvidenza fece sì