Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/176

Da Wikisource.
172

nie ne accresceva altresì il pregio colle più signorili perle, e pietre preziose, con cui le mescolava, o guarniva, ed oltre a queste con donativi di avvenenti schiavi o schiave, e di stupendi equipaggi. Lo stesso Monarca non solo presentar faceva ai suoi commensali ghirlande, ed acque odorose, ma col mezzo di certe macchine poste nella soffitta della Sala de’ banchetti gli ricnopriva talmente di alte montagne di rose, viole, e d’altri fiori che alcuni non potendone uscire vi rimanevano soffocati1. Eliogabalo non pago inoltre dei sinallora inventati divertimenti, che accompagnar dovevano qualunque convito, aggiunse lor sempre le corse de’ coc-

  1. Eliogabalo univa quasi tutti i trasporti eccessivi degli altri suoi vizj a scherzi fanciulleschi, e plebei. Tra le varie specie di doni, che a sorte faceva dispensare ai suoi commensali, alcuni contenevano dieci Cammelli, altri dieci Mosche, o altrettanti Orsi, e Grilli, alcuni dieci libbre d’oro, altri dieci di piombo, alcuni dieci Struzzi, altri dieci ova di Gallina, o cesti d’Insalata. — Inoltre verso la metà del convito faceva tutto ad un tratto comparire diversi Leoni, e Leopardi, onde porre in un ridicolo spavento tolti i convitati, i quali non sapevano che tali bestie fossero state rese domestiche. Altre volte racchiudeva i suoi amici con deformi vecchie More, oppure gli faceva coricare a mensa su certi otri ripieni d’aria, che poscia essendone ad un tratto vuotati accadeva che quelli, i quali vi stavano sopra, venivano ad esser gettati sotto la tavola. Lampr. in Vita Heliog. c. 21, et seq.