Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/208

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equipaggi, e cavalli da corsa, cantava o sotto voce mormorava dolci, e lascive canzoni di Gadi e d’Alessandria1, impiegava nel vestirsi e nell’adornarsi la medesima diligenza, e lo stesso tempo, di cui facevan uso le più vane, donne, ed era nel camminare, nel gestire, in tutto il restante modo di vivere più molle e svenevole delle più tenere, e delicate Romane. Gli Uomini, ed i Giovani ponevano in opera, come le Donne, tutti i rimedj che riputavansi efficaci a rendere, e conservare morbida, e liscia la pelle. Per conseguente essi fregavansi ancora il viso con umida midolla di pane e strofinavansi giornalmente tutto il corpo; ed alcuni Zerbini si strappavano perfino tutti i peli della lor prima gioventù da ogni parte del volto, non che dal mento, onde

  1. Mar. III 62.

    Cotile, bellns homo es: dicunt hoc, Cotile, multi.
         Audio, sed quid sit, dic mihi bellus homo?
         Bellus homo est, flexos qui digerit ordine crines:
         Balsama qui semper, cinnama semper olet:
         Cantica, qui Nili, qui Gaditana snsurrat:
         Qui movet in varios brachia volsa modos:
         Inter foemineas tota qui luce cathedras
         Desidet, atque aliqua semper in aure sonat:
         Qui legit hinc illinc missas, scribitqne tabellas:
         Pallia vicini qui refugit cubiti:
         Qui scit, quam quis amet, qui per convivia currit:
         Hirpini veteres qui bene novit avos.
         Quid narras? hoc est hoc est homo, Cotile, bellus?
         Res praetricosa est, Cotile, bellus homo.