Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/214

Da Wikisource.
210

e magnificenza. Fin dal tempo di Tiberio era divenuto così comune, e dominante il costume di portare abiti trasparenti di seta, o piuttosto inttessuti con un sottil filo di cotone, ed uno di seta, che si cercò benchè indarno di abolirlo nel sesso maschile1. Caligola veder facevasi in pubblico con abiti di seta, alcuni dei quali erano ricamati, e guarniti di pietre preziose, ed egli fu il primo ad usare certe vesti con lunghe, e larghe maniche, che scendevano sopra le mani, ed oltre a queste muliebri scarpe o calcetti adorni di perle sino alle piante2. Tali disonorevoli, e non virili costumanze non solamente erano praticate dalla Gioventù, o da alcuni Imperatori, i quali segnalar volevansi in tutto ciò, che sapeva di stravagante, ma altresì dai Membri più rispettabili de’ Magistrati. Giovenale rimprovera quindi in molti luoghi ai Giudici del suo tempo i loro trasparenti, o vario-pinti, e ricamati vestiti3, e biasima il Popolo Bomano perchè questi non facesse stima degli Oratori, e dei Curiali qualora i medesimi non risplendessero per seta, porpora, ed anelli di gran valore. Allo stesso Cicerone, dice egli, nessuno darebbe al presento dugento denari se il medesimo non avesse in dito uno stupendo anello4. Con la mollezza, ed il lusso nacque la smania delle mode, o il desi-

  1. II. 33. Tacit. Annal.
  2. c. 52. Svet. in Calig. Plin. L. 37. c. 3.
  3. II. 65. 66, VII. 140. X. 37 et seq.
  4. VII. 135-145. e soprattutto il 140.