Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/258

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cattive, ingiuriavan, e frustar facevano inclusive i proprj cuochi, e quindi davan ordine che si levasser di tavola tutti quei cibi, di cui non volevano far parte ai suddetti lor commensali1.

Ma assai più vituperosa della avarizia che i primarj Romani usavano verso i proprj figli, e Clienti era la loro pitoccherìa rapporto alle sportule di quest’ultimi, e la viltà con cui essi cercavano di ottener legati, ed eredità dalle persone vecchie, e facoltose dell’uno, e dell’altro sesso. I più ragguardevoli Membri de’ Magistrati, i Pretori, e i Tribuni non si vergognavano di comparire di buon mattino colla feccia della Plebe Romana alle porte dei Ricchi, di farsi ivi chiaramente osservare dai loro Guardaportoni, e Servi dei Bagni (imperocchè senza questa precauzione venivano spesse volte lasciati addietro), e di implorare per la lor dignità di esser considerati prima degli altri, benchè una tal supplica non riscuotesse perlopiù alcun riguardo2. Spesse volte essi vi facevano pure trasportare in lettiga le proprie in realtà o in apparenza ammalate, o gravide Consorti, affinché anche queste ricever potessero i loro cento quadranti; ovvero prende-

  1. Mart. Epig. III. 93.

    „ Esse negas coctum leporem, poscisque flagella,
         Mavis, Rufe, coquum scindere, quam leporem.

  2. Juven. I. v. 99. et seq.