Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/261

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lora in vece di tutti gli altri artifizj facevan uso della più sfacciata importunità, nè allontanavansi da coloro, che assaliti avevano, se non quando eran giunti ad afferrar la lor preda. Regolo, che fu uno dei più pericolosi delatori del governo di Domiziano, e nel tempo stesso uno de’ più arditi, ed accorti Eredipeti, e che col mezzo di queste inique arti aveva già in pochi anni messo insieme un capitale di un millione, e mezzo di talleri, e sperava di acquistar in breve altrettanto, si presentò un giorno ad un’illustre Romana per nome Aurelia, allorchè essa voleva far testamento, e la supplicò a lasciargli in legato il bel vestito, ch’ella erasi fatto fare pel giorno delle sue nozze. Aurelia credette sul principio che Regolo scherzasse; ma avendola egli assicurata che parlava sul serio, si maneggiò in tal guisa colle sue violente, e reiterate istanze che la medesima dovette finalmente acconsentire alle di lui brame1. Questo stesso Regolo avendo inteso che Ve-

    dixisse honorem per adulationis officium) in theatrum cursitabant, exultabant, plaudebant, mirabantur: ac deinde singulos gestus dominae cum canticis reddebaut, qui nunc exignissima legata theatralis operae corollarium accipient ab haerede, qui non spectabat„, Senza dubbio i vili adulatori restavano spesse volte delusi dalla avvedutezza, e rettitudine degli adulati. Veggansi ancora VIII. 18. Ep. Plin. et Petron. 1. c.

  1. Plin. Ep. II. 20.