Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/265

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Non meno sfacciato della pitoccheria, e dell’arte di ottener con frode eredità, e legati era l’aperto ladroneccio, che i facoltosi, e primarj Romani praticavano verso i loro Concittadini, e molto più coi proprj Alleati. Siccome i ricchi credevano di non poter abbastanza ingrandire, ed estendere le lor possessioni, così procuravano di comprare tutti i più piccoli effetti, che restavano contigui alle medesime, e quando i respettivi lor proprietarj ricusavano di abbandonare la paterna greggia, e i campi lavorati da un tempo immemorabile dai loro antenati, allora essi ve gli obbligavano colla forza, o facevano così di freqnente, e con tal barbarie devastare le loro messi dalle proprie mandre, che quegli infelici implorando invano protezione, e soccorso erano in fine costretti a cedere ai desiderj dei loro insolenti oppressori1.

    Giovenale descrive egregiamente quei mariti, che sapevano l’arte di dormir a tempo debito, o di osservar attentamente i soffitti delle stanze, ove mangiavasi I. 55. e seg.

    „ Cum leno accipiat moechi bona, si capiendi
         Jus nullum uxori, doctus spectare lacunar,
         Doctus, et ad calicem vigilanti stertere naso.

  1. Senec. Ep. 90. Juven. Sat. XIV. 145—52. E’ incredibile, dice Giovenale, quante persone si lagnino di simili offese, e quanti campi, e poderi siano per tali prepotenze divenuti a vil prezzo.

      „ Dicere vix possis, quam multi talia plorent,
         Et quot venales injuria fecerit agros .