Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/268

Da Wikisource.
264


Tutte queste vituperose arti di risparmiare; e di far bottino non erano però sufficienti a saziare le illimitate richieste della voluttà, della crapula, e del fasto. Le più riccle, e nobili famiglie sparivano, ed impoverivano con tal sollecitudine, e in sì gran numero che quasi tutti gl’Imperatori furono costretti a riformare, e ripulire gli Ordini Senatorio, ed Equestre, liberandoli, ciò è, da que’ membri, i quali disonoravano il loro grado con una colpevol miseria. Sotto Caligola l’Ordine de’ Cavalieri, per la prima volta rimesso in buon essere da Augusto, non solo era decaduto in modo che fu di mestieri porvi riparo coll’ammettere nel medesimo nuovi Membri, ma si rese altresì necessario che lo stesso Imperatore scegliesse i nuovi Cavalieri in tutta l’estensione del vasto Stato Romano, mentre l’Italia, che tutto assorbiva, e dissipava, non aveva un numero sufficiente di ricchi, e rispettabili soggetti, che capaci fossero di riempir i vuoti, che nell’Ordine Equestre,

      Ma benchè Seneca declamasse con molto vigore contra le usure, tuttavolta egli era, secondo il non inoredibil racconto di Dione Cassio, uno dei maggiori Usuraj di Roma, e mediante quelle sue usure, colle quali impoverì la Brettagna, divenne una delle cause principali della sollevazione, che scoppiò in quell’Isola. Dione Cassio Lib. 62. cap. 2. pag. 1003. Il fruttato ordinario era di un 12 per cento, ma gli abitanti delle provincie prendevano comunemente anche di più.