Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/270

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nato, in cui niuno de’ suoi Membri era esente da usure, e da debiti, si rivolse con tale impegno all’Imperatore per ottenerne protezione, e soccorso, che egli concesse agli usuraj, e debitori un lasso di tre anni, e mezzo, onde porre in ordine, ed assestare i loro domestici interessi1. L’enorme copia dei debiti, da cui trovavasi oppressa l’immensa Roma, fu tauto più cagione di una general mancanza di numerario in quanto che una considerabil parte del denaro contante era per le continue confische colato nel tesoro dell’Imperatore, e dello Stato, ed il Consiglio aveva prescritto che i Ricchi impiegar dovessero due terzi dei lor capitali in poderi situati in Italia. Benchè i Capitalisti impiegassero con avidità il lor denaro, di cui non dovevano in avvenire tirar alcun frutto, nella compra di effetti campestri, tuttavia il numero di coloro che li vendevano per pagare i lor debiti, era molto maggiore di quello de’ Compratori, di modo che i detti beni decaddero talmente di prezzo che non poche illustri famiglie andarono del tutto in rovina, e sarebbero state seguitate da varie altre se Tiberio non avesse senza alcun frutto imprestata per tre anni la somma di tre millioni e mezzo di talleri a quei tali, che trovavansi in grado di dare in ipoteca altrettanti beni che valessero il doppio di quanto ricevevano in da-

  1. VI. 16, 17. Annal. Tac.