Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/273

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dei Comici, e dei Cantanti, e i luoghi, in cui si esercitavano i Gladiatori, e i Cocchj destiuati alle corse; e tostochè uno credeva di esser in istato di farsi vedere, ed ascoltar dal popolo; allora vendeva se stesso, ed il proprio grado, ed onore1. Al contrario chi non poteva giungere a tanto di arrischiarsi a comparire fra i detti virtuosi, gettavasi da se medesimo, o era da altri spinto nel Coro ove molti soggetti, i quali coperte avevano le prime cariche per un resto di timidezza, e vergogna, cantavano in maschera, che poi veniva lor tolta ad istanza della Plebe Romana. I discendenti dei maggiori Eroi eran quelli, che soprattutto s’infamavano nell’Arena. I posteri di Paolo rappresentavano i Macedoni, quelli di Mummio i Greci, di Claudio i Siciliani, di Appio gli Epiroti, e gli indegni Nipoti delli Scipioni, gli Spagnuoli, gli Africani, e gli Asiatici; e sì gli uni, che gli altri si disonoravano fra vili schiavi in un luogo, a cui i loro illustri antenati non avrebbero nemmeno creduto conveniente alla propria dignità l’affacciarsi. Se Svetonio non ha esagerato, 600 furono i Cavalieri, e 400 i membri del Senato, che Nerone combatter fece fra i Gladiatori durante il suo Governo; e qualora ammettere debbasi che all’incirca un egual nu-

  1. Fra le ballerine vi era ancora una delle più ricche, ed illustri Romane, la quale chiamavasi Aelia Catella, ed aveva già più di ottant’anni.