Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/33

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dovessi a, qualche sinistro accidente, lo Stato caderebbe di nuovo in preda alla confusione ed al disordine; e le quindi nascenti guerre civili non verrebbero intraprese e condotte a fine con quella stessa moderazione e facilità, con cui furono da me estinte le ultime. Questa terribile predizione venne pur troppo confermata da quanto in breve ne accadde.

Benché Tiberio avesse dati fin dalla sua prima gioventù non pochi indizj di un animo orgoglioso, duro e sanguinario, ciò nonostante sul principio del suo governo calcò sì bene le traccie dell’illustre suo Predecessore, che parmi di poterne concludere che Egli del continuo avrebbe saputo far forza al proprio temperamento, e regnare con lo spirito di Augusto, se i di lui confidenti, e se il Senato, ed il Popolo stati fossero di altri costumi. Egli ricusò mai sempre tutti i titoli onorevoli, e gli omaggi che vennergli offerti, e tra i primi quei medesimi, che accettati furono da Augusto1. Non meno di Lui aveva in orrore tutte le servili adulazioni, e con ugual eroismo disprezzava i calunniatori, e i libelli infamatorj2. Di più esponeva al Consiglio tutti gli affari importanti del governo, e non solo tollerava che il medesimo si regolasse colla maggior libertà rispetto ai voti, e alle deli-

  1. Svet. in Tib. c. 26. e segg. Veggasi ancora Dione Cassio al lib. 57. c. 7. 8.
  2. Ib.