Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/35

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E fìnalmente che altro se non quei non naturali, e scaltri libertini, ì quali serpeggiando nei palazzi dei Grandi giunsero a sorprendere anche lo stesso vecchio Tiberio nella sua tirannica impenetrabil grotta di Capri? Se Tiberio invece di Sejano, di delatori, di micidiarj, di ministri di libertinaggio, e dello schiavo Popolo e Senato trovato avesse un collega, come per lungo tempo ne fu degno, eroici liberatori dell’innocenza, illuminati amici e coraggiosi difensori dei diritti, delle proprietà, e della vita dei Cittadini, non sarebbesi giammai stabilito da Lui il despotismo, che inevitabilmente ebbe origine tosto che lo stesso Principe divenne simile al rimanente del Popolo, e che lungi dall’opporsi ai pravi appetiti e vizj, che s’introducevano da tutte le parti, ne rimase Egli pure miseramente strascinato e corrotto.

Tiberio non commetteva quasi mai alcuna ingiuria, ingiustizia, o crudeltà se non che ad altrui istigazione e consiglio, e spesse volte dopo aver alquanto differito a determinarvisi. I primari Romani non solo perduto avevano ogni sentimento del proprio grado ed onore, ma ben anche di umanità e di giustizia; nè davasi laidezza, o scelleraggine, per quanto enormi esse fossero, di cui i primi membri de’ magistrati non si credessero autorizzati a far uso ogni qual volta essi potevano con tal mezzo acquistarsi la grazia del Sovrano, o del suo favorito, ovvero preservarsi da qualche rischio. Si detesti pure Tiberio quanto si vuole; tuttavolta il