Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/100

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za di spirito prodotta dalla mancanza di coltura, e di giuste cognizioni fù un’insuperabile trasporto a stranieri Dei, che poscia venne seguito da un disprezzo per l’antica religione del popolo. Siccome una volta tutti i selvaggi, e persino le numerose nazioni pagane dell’Asia meridionale veneravano i Santi, e le Immagini dei Cristiani, e facevano orazione nelle Chiese dei medesimi; e siccome anche adesso tutti i popoli maomettani si fanno bene spesso dir delle messe nelle Chiese dei Cristiani non che recitare devoti preci all’Altissimo, e scrivere degli amuleti tanto da questi che dagli Ebrei allorchè essi hanno invano supplicato i loro Dei, o il loro Dio e Profeta, così gli incolti Greci, e Romani ricorrevano nel modo medesimo, e per la stessa causa agli Dei di straniere genti. Comecchè a quel tempo fra tutti i paesi soggiogati dai Romani non ve n’era alcuno, tolta la Grecia, il quale avesse una così stretta relazione coll’Italia come l’Egitto, e da cui, eccettuata parimenti la Grecia, venissero a stabilirsi ovvero a dimorare per molti anni in Roma tante migliaia di persone come dalla Giudea, non deve recar meraviglia se i Romani si abbandonarono primieramente al culto degli Dei Egizj, e concorsero anch’essi alla celebrazione dell’Egizie, e Giudaiche feste, e costumanze. Già sotto Tiberio la religione Egizia più