Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/111

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go1 tuttavia egli cacciò d’Italia tutti i Caldei, ed i Maghi, e ne fece persino giustiziar molti, dopochè Libone Druso14 erasi dalle promesse degli uni, e degli altri lasciato sedurre ad ardite speranze2. Con uguale severità procedè Claudio contro questi ingannatori sul motivo che alcuni de’ primarj Romani voluto avevano indagar da essi il tempo, e il genere della di lui morte3. Nulla dimeno varj ne rimasero in Roma, o vi fecero ritorno prima ancora dell’avvelenamento di Claudio, giacchè Nerone non arrischiossi di portarsi dall’Imperial palazzo nel campo dei Pretoriani fintantochè i Caldei non gli ebbero annunziata l’ora propizia4. Nerone credeva così fermamente nella magia come nell’astrologia. Egli provò tutte le arti magiche, e fece con immensa spesa venir Tiridate in Italia onde potere col mezzo dei suoi segreti, e di quelli de’ suoi compagni scuoprire i pericoli che gli sovrastavano, ma segnatamente per richiamar dall’ombre la spenta sua ge-

  1. Annal. Tac. VI. 20. 21.
  2. II. 27. 32 . ib.
  3. XII. 52. ib. de mathematicis Italia pellendis factum Senatus consultum atrox et irritum.
  4. XII. 68. — tempusque prosperum ex monitis Chaldaeorum adventaret . . . .