Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/118

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di giudicare del merito della propria età. Ai tempi di Tacito, e di Quintiliano v’erano molti soggetti i quali inalzarono tanto il gusto e lo stile retorico, ed oratorio della loro età sopra quelli degli antichi secoli quanto altri gli depressero, ed avvilirono conforme per esempio praticato venne dall’oratore Aper nel discorso sul decadimento dell’eloquenza. D’altronde è molto verosimile che ai tempi di Quintiliano il volgo fosse in alcune cose più istruito che nell’età di Cicerone giacchè le scienze avevano per un intero secolo potuto spargersi nelle provincie, come nelle più infime classi del popolo. Questa piccola dose di scientifica coltura dei volgari Greci, e Romani non fù però sufficiente a difenderli contro la regnante superstizione da cui sopraffatti, e vinti rimasero i loro meglio educati, ed istruiti Monarchi, Grandi, e filosofi.

È un fenomeno così comune che tra i scrittori di un istesso tempo alcuni esaltino in tutto la propria età, ed altri la deprimino, come di frequente succede che varj autori particolari reputino qual general maniera di pensare dei loro contemporanei le proprie opinioni, e spesse volte quelle ancora che ad essi passano per la mente in certi momenti. Ciò accadde singolarmente a Giovenale, ed a Seneca allorchè i medesimi attribuirono eziandio ai loro