Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/157

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attento lettore. Le lettere di Plinio sono ugualmente interessanti come prove dell’amabile carattere del loro nobile autore, che come pitture dei costumi, e delle cognizioni di quei tempi. Si ha peraltro senza dubbio luogo di osservare che molte di queste lettere vennero da lui scritte ad oggetto di dar pascolo alla propria vanità, e inclinazione, o almeno non solo per divertire i suoi amici ma eziandio qualunque persona capace a leggere, giacchè in esse si incontrano frequenti traccie del gusto che allor dominava1. Nè Plinio però, nè alcun altro celebre Scrittor Romano di cui ci sono pervenute le Opere fece una così studiata violenza alla lingua come Tacito2, ed in niun altro trovansi

  1. Io qui riporto solamente alcune delle straniere frasi delle Lettere del giovine Plinio. Cum non tantum amitae ejus, verum etiam patris amissi affectum repraesentes. IV. 19. validissime vereor. VI. 8. Est enim probitate morum, ingeiiii elegantia, operum varietate monstrabilis. VI. 21. Nonnullus et in illo labor, ut barbara et fera nomina, inprimis regis ipsius, Graecis versibus non resultent. VIIi. 4 literarum jam senescientium reformator. VIII. 12.
  2. I seguenti esempj possono giustificare il mio giudizio sopra Tacito: et hortante senatu, ut augeret, jurejurando obstrinxit, se non excessurum. Annal. I. 14. Tutto il Capitolo 41. del primo libro è ripieno di duri