Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/59

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di gran lunga alle contentezze tutte, che ispirano le arti nobili, e belle, e le più sublimi scienze; e perché infìne le stesse bell’arti, e le scienze se trovar volevano qualche ingresso nelle voluttuose stanze, ed alle laute mense dei Grandi eran costrette di adulare piuttosto la più grossolana sensualità, di quello che d’istruire, e di dilettare i più nobili sensi, lo spunto, e il cuore.

Benché Augusto a prò dello Stato Romano, e Mecenate per Augusto si acquistassero immortali meriti, e prerogative, tutta volta si può così poco accordar con ragione al governo del primo il nome di aurea età dei Romani come a Mecenate quello di un vero protettore, e promotore dell’arti, e delle scienze. Tacito conosceva l’età di Augusto assai meglio che gli eccessivi ammiratori di Orazio, e di Virgilio i quali onoravano col titolo di aurei i tempi in cui questi due Poeti ebber vita. Quando, dice Tacito, dopo la vittoria Aziaca venne, conforme il riposo dello Stato lo richiedeva, conferito ad un solo il supremo potere allora finirono ad un tratto gli uomini, e gli ingegni straordinarj le cui sacre schiere negli ultimi tempi della Repubblica inalzato avevano al più alto grado la politica, la giurisprudenza, la lingua, l’oratoria, l’arte militare, e la filosofia, ed istupiditi tutti i popoli della terra coi loro fatti, discorsi,