Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/70

Da Wikisource.
66

gnanze sulla decadenza della pittura allorquando si legge che Claudio uno dei più dotti Imperatori del primo secolo levar fece da due quadri di Apelle la testa di Alessandro magno, e dipingervi invece quella di Augusto.1

Benchè i Romani sotto i loro Imperatori non avessero altri vasi e piatti, ed altre tazze, e bottiglie che d’oro, e d’argento; benchè le pareti, i pavimenti, i soffitti, e i tetti de’ loro quartieri, bagni, e palazzi fossero coperti, o guarniti con ambedue quei metalli; benchè i loro corpi, ed i loro abiti comparissero piuttosto carichi che adorni di catene d’oro, d’anelli, e di fiori; e benche in fine essi comprassero ad un prezzo esorbitante i lavori degli antichi artefici, tuttavia in un colla libertà si spense tra loro la maniera di fare dei capi d’opera d’oro, e d’argento, mentre gli ultimi maestri che avevano nella medesima potuto acquistarsi un nome vissuti erano nell’età di Pompeo2. Quest’arte, dice Plinio, di lavorare l’oro, e l’argento è così all’improvviso, e totalmenta sparita che solo stimata viene da’ suoi pochi avanzi il di cui maggior pregio consiste nella più remota

  1. Lib. 35. c. 10. Plin.
  2. Plin. 33. c. 12.