Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/75

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paccio ricevere lacerazioni, e ferite dagli insulsi Romani, imperocchè Plinio fa menzione1 di una eccellente statua di Giano5 che anche al suo tempo stava nascosta sotto una deformante tonaca d’oro2. Solo a tali persone, che indoravano i più insigni oggetti delle bell’arti, che si caricavano tutte le dita ed ogni parte delle medesime di anelli, e che ad un convito si cambiavano varie volte di abiti, solo a tali persone io dico poteva venir in mente l’insensata idea di servirsi degli stessi vasi Corinzj ora come bacili, ora come lampade, ed ora come catinelle onde tanto più spesso aver luogo di fame pompa3. L’arte di lavorare il bronzo disparve in Grecia unitamente alla libertà, ai buoni costumi, ed alla prosperità delle Greche republiche. Ella rivisse però, conforme accadde alle altr’arti, ed in parte ancora alle scienze verso la 155. Olimpiade6 allorchè alcuni Re Greci dell’Asia, e particolarmente i Ricchi, e i Grandi di Roma incominciarono a stimare, e pre-

  1. 36. s.
  2. 36. s.
  3. 34. 2 . Sunt ergo vasa tantum Corinthia, quae isti elegantiores modo in esculenta transferunt, modo in lucernas, aut trullas, nullo munditiarum respectu.