Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/93

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gue, e le loro penne erano divenute presso che imbecilli, o novizie. Lo stesso Tacito credette bene di chiedere scusa a’ suoi lettori se egli con una rozza, ed imperfetta lingua di conservar cercava la memoria di suo suocero. Niuno leggerà alcerto senza provare la più interna emozione l’eccellente pittura fatta da Tacito nel principio della sua vita di Agricola per rispetto alla terribile angustia di spirito, e d’ogni sentimento di libertà, che pur troppo regnava sotto il governo di Domiziano. Questa pittura merita d’esser sempre ponderata, e riletta qualora concepir si voglia la più forte avversione contro il despotismo natural nemico, e distruttore dell’ingegno, e della virtù1.

  1. C. 3. Nunc demum redit animus, et quanquam primo statim beatissimi saeculi ortu Nerva Caesar res olim dissociabiles miscuerit, principatum ac libertatem, augeatque cottidie felicitatem imperii Nerva Trajanus, nec spem modo, ac votum securitas publica, sed ipsius voti fiduciam, ac robur assumpserit: natura tamen infìrmitatis humanae tardiora sunt remedia, quam mala. Et ut corpora lente augescunt, cito extinguuntur sic ingenia studiaque oppresseris facilius, quam revocaveris. Subit quippe etiam ipsius inertiae dulcedo: et invisa primo desidia postremo amatur. Quid? Si per quindecim annos, grande mortalis aevi spatium, multi fortuitis casibus, promtissimus quisque saevitia principis interciderunt? Pauci et,