Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/94

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Per quanto grande fosse il danno cagionato dalla tirannia dì alcuni Imperatori, tuttavia avrebbe desso potuto essere facilmente risarcito da quella serie di buoni principi, che da Nerva fino ad Antonino il filosofo dominarono per quasi cent’anni consecutivi il Romano Impero. Privo però affatto di rimedio era il male cui pur troppo l’insanabil caterva de’ vizj aveva prodotto, talchè la distinta stima che Nerva, ed i suoi successori dimostrarono per tutte le specie di dotti non meno che le grandi ricompense colle quali gli arrichirono, furono al più capaci di trattener alcun poco, ma non d’impedire affatto la total rovina delle scienze, e dell’arti. Sotto gli stessi buoni, ed illuminati Imperatori i premj, e particolarmente gli annuali stipendj che i medesimi, e quasi tutte le grandi, e mediocri Città dello Stato destinato avevano pei

    ut ita dixerim non modo aliorum sed etiam nostri superstites sumus, exemtis e media vita tot annis, quibus juvenes ad senectutem, senes prope ad ipsos exactae aetatis terminos per silentium venimus. Non tamen pigebit vel incondita ad rudi voce memoriam prioris servitutis, ac testimonium praesentium bonorum composuisse. Paragonisi con ciò la 13. lettera del 9. libro del giovine Plinio ove questo scrittore descrive l’angustia che provò il Senato allorquando esso intimò l’autore della morte di Elvidio a render conto del suo operato.