Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/108

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molto diffusamente del Vecchio della Montagna, la cui residenza, nel paese di Milice (Milect nel Testo francese), era resa inespugnabile dalla natura e dall’arte, poiché guardata e rinchiusa da altissimi monti e forte castello1. Ma ben più importante, sotto l’aspetto geografico, è tutta la parte del Libro che si riferisce alla regione idrografica dell’Oxos (Amudaria) ed al gigantesco sollevamento che divide la regione stessa da quella del Tarim, corrispondente al Tien-scian-nan-lu della geografia politica dell’Impero Cinese. Notiamo, tra le cose più interessanti, la menzione che vi si fa delle alte montagne che formano la cintura meridionale dell’alto bacino dell’Amudaria ed appartengono, come è noto, al grande sollevamento dell’Kindu-Kush; — delle ricche miniere di sal gemma di quella regione montagnosa; — delle pietre preziose dette balasci (rubini) che si traggono dalle montagne del Balascam o Balascian (Badakscian); — delle miniere di azzurro (lapislazuli) e di argento del medesimo paese; — del gran fiume del Balascian, nel quale si possono riconoscere o il Kutscha Daria che, passando per Faisabad, gettasi nell’Amu, o quello, più importante, conosciuto col nome di Pandscha, il cui bacino superiore appartiene al paese di Wachan (Voca o Vocan in Marco Polo); — del gran lago, donde, secondo il Testo Ramusiano, corre quel bellissimo fiume; il qual lago non si potrebbe con ragione identificare col Sari-Kul corrispondente al lago dei Draghi del pellegrino buddista Hiuen-tshang (1a metà del secolo 7°), sibbene con alcuno degli altri bacini lacustri, più o meno estesi, che si trovano, qua e là, nell’altipiano di Pamir2.

Quanto a quest’ultima regione, che Marco Polo percorse nella direzione generale da occidente ad oriente per giungere, di là, al Turchestan orientale, il viaggiatore veneziano così si esprime: «E partendosi dalla contrada di Voca si va per tre giornate

  1. Cap. XXVIII. Baldelli, I viaggi di Marco Polo, vol. 2, pag. 80.
  2. Paquier, nel Bollettino della Soc. Geogr. di Parigi, 1876, vol.2, pag. 125.