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Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/15

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restò mai di valicare il mare col suo burchiello di vimini per recarsi a predicare il Vangelo agli Scoti ed ai Picti. Nei secoli VII ed VIII gli Irlandesi penetrano nell’Europa centrale fra i Germani e gli Slavi, riconquistando quanto era stato perduto dalla civiltà romana, occupano la Caledonia, le Orcadi, le Ebridi, le Shetland, le Färoer, e finalmente, nell’anno 795, la lontana Islanda1.

L’anno 420, nel quale i Romani incominciarono ad abbandonare i loro dominii nella Bretagna, segna il principio di un nuovo periodo nel governo, nelle condizioni sociali, nella lingua e nella geografia politica di quella grande isola. Le cronache monastiche riferiscono che i Sassoni ed altri popoli della Germania settentrionale, i quali facevano loro principale occupazione della pirateria, erano stati richiesti dai Britanni perchè venissero in loro difesa contro gli attacchi delle tribù semibarbare stanziate a settentrione delle opere di fortificazione costrutte sotto Adriano, Antonino Pio e Settimio Severo. Il primo arrivo dei Sassoni alla imboccatura del Tamigi risale all’anno 449, e da quel tempo sino alla fine del secolo VI quei popoli germanici, insieme cogli Angli e gli Iuti, giungono a frotte nell’isola, e riescono a fondare, dall’angolo sud-est alle parti settentrionali ed alle regioni del centro, i sette regni conosciuti nella storia col nome complessivo di Eptarchia.

Nel 597, undici anni dopo l’ultima invasione degli Angli, sotto il pontificato di S. Gregorio Magno, giungono nella Bretagna i primi missionari sotto la direzione del monaco Sant’Agostino. Il re anglo-sassone Etelberto si converte alla Fede, l’antico tempio pagano di Canterbury è ridotto a chiesa cristiana, ed in breve tempo tutti gli abitanti dell’isola, dalla Manica al Northumberland, abbracciano la nuova religione, il Cristianesimo. Una nuova luce si diffonde sulla geografia dell’Inghilterra, della Scozia e dell’Irlanda, quantunque, come nota il Ritter2, questa geografia si limiti, quasi unicamente, ad


  1. Marinelli, La Geografia e i Padri della Chiesa, pag. 11.
  2. Geschichte der Erdkunde und der Entdeckungen, pag. 141 e seg.