Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/230

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mezzo di un grande canale chiuso tra l’estremità orientale dell’Africa e la penisola (India posteriore) colla quale il continente asiatico termina nella direzione del sud-est. La costa dell’India anteriore si estende uniformemente dall’ovest all’est, e non vi ha segno alcuno della importante penisola del Dekhan. Molte isole giacciono sparse qua e là nell’Oceano Indiano, tra le quali è notabile l’Insula piperis, dirimpetto alla estremità orientale dell’Africa (forse l’isola Madagascar?).

La costa meridionale dello stesso continente si sviluppa sotto forma di un grande arco circolare concavo verso settentrione, la cui uniformità è solo interrotta, nella parte occidentale, da un considerabile addentramento dell’Atlantico. Le coste settentrionali, bagnate dal Mediterraneo, sono delineate invece con una grande esattezza.

Il Nilo è formato dalla unione di due rami che hanno le loro sorgenti in una medesima catena di monti diretta da occidente ad oriente ed appartenente, nella sua sezione orientale, ad una regione detta dal Sanudo: Habesse terra nigrorum (Abissinia?). Ciascuno dei due rami è l’emissario di un lago alimentato da quattro fiumi, per cui, nel suo complesso, il sistema idrografico del Nilo superiore ricorda quello, già accennato, più sopra, a proposito della Geografia presso gli Arabi1. Poco lungi dalla confluenza dei due rami sbocca nel Nilo, e sulla riva destra, un fiume importante emissario di un lago dalla forma quasi circolare, sulla cui riva meridionale leggesi il nome Kush (paese di Kush, dei Cussiti, Etiopia). Nel fiume principale si riconosce il Bahr-el-Ahbiad, nell’afffluente di destra il Bahr-el-Azrek, e nel lago, cui quest’ultimo serve di emissario, il lago Tana o Tzana (Coloe della Geografia di Tolomeo).

Poco lungi dalla sinistra del Nilo superiore sorge un fiume non meno importante, il quale, sviluppandosi quasi da oriente ad occidente, si getta nell’Atlantico a settentrione del golfo che frastaglia la costa occidentale del continente. Esso pare

  1. V. pag. 65.