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dal capo Bojador e dalle isole Azore e Canarie alle coste della Siria e della Palestina, e contiene pure il Periplo del Mar Rosso; ed una Carta Nautica di anonimo autore, la quale è conservata nella Badia di Cava de’ Tirreni, e rappresenta il bacino del Mediterraneo. Notiamo, per ultimo, la Carta Nautica di Nicola de Combitis, appartenente alla Marciana di Venezia, e composta di quattro fogli, nei quali sono rappresentati il Mediterraneo e la parte orientale dell’Atlantico. Secondo alcuni, questa carta venne composta nella prima metà del secolo XIV, e perciò contemporaneamente ai lavori cartografici di Pietro Vesconti. Ma a questa opinione i oppone il foglio quarto, il quale dimostra, nella indicazione della costa africana e delle isole atlantiche, cognizioni più vaste di quelle del cartografo genovese. Ed anzi pare potersi affermare che la carta del Combitis sia alquanto più giovane della Carta catalana, di cui ci siamo occupati poc’anzi. Osserva difatti il Fischer1 che il nome Bojador, il quale nella Carta catalana appare due volte colle diverse forme di Cavo de buyetder e di buyetder, porta pure nella Carta del Combitis le forme, più corrotte, di Cavo de inbucder e di inbubder. Così pure il nome vetenille, particolare alla carta del 1375, ha, nella carta del Combitis, la forma vetenile, ed il Wed Nul o fiume Draa della geografia moderna, che il cartografo catalano chiama alluet null, compare nella carta del Combitis sotto la forma auenul. Lo stesso Fischer propende a ritenere che la carta di cui si tratta sia dell’ultimo ventennio del secolo XIV, se pure non la si debba porre nei primi anni del secolo seguente.

Nel quale continuano a primeggiare i cartografi italiani, non solo nella parte che riguarda i planisferi o le carte mondiali, ma eziandio nella costruzione delle carie nautiche e dei portolani2.



  1. Fischer, Op. cit., pag. 151 e 152.
  2. Sul primato degli Italiani nel campo cartografico, dal XIII al XVI secolo, veggasi la memoria, più volte citata, del Marinelli, Venezia nella storia della geografia cartografica ed esploratrice, pag. 23 e 24.