Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/80

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debbono pertanto accumularsi nell’emisfero terrestre corrispondente.

L’Oceano Atlantico era comunemente conosciuto dagli Arabi col nome di Mare Tenebroso (Bahr-el-mohallam), perchè, dice Edrisi, non si sa nulla di ciò che è al di là. «Nessuno difatti potè sapere alcun che di certo intorno a questo mare, per causa della difficile navigazione, della profonda oscurità e delle frequenti tempeste». Lo stesso nome, o meglio quello di «mare di tenebre profonde», si dava pure alla parte del mare ambiente che limita l’Asia nella direzione del nord-est. Dal mare esterno dipendono sei mari secondari, cioè il mare di Sin (mare della Cina), il mare di Fars (golfo Persico), il Mar Rosso o golfo Arabico, il Bahr-el-Scham o Mare di Siria (Mediterraneo), detto altrimenti Mare Damasceno o Bahr-el-Rum; il Ponto e l’Adriatico o Mare di Venezia. Vi ha poi un settimo mare, quello di Khozar (Mar Caspio), affatto distinto dall’Oceano.

Sulla salsedine del mare ecco come si esprime il già citato Dimeschqi: «Il mare è il bacino dei fiumi, il serbatoio dei ruscelli e delle pioggie, l’arena dei marinai, il mezzo di salute delle città e dei paesi; da esso provengono le perle ed i coralli, e l’acqua salata produce l’acqua dolce, della quale l’uomo gode maggiormente mangiando della carne fresca. Grazie all’acqua marina l’aria è salubre e favorevole alla costituzione dei corpi degli animali ed alla vita. Se invece fosse dolce, si corromperebbe e si guasterebbe coll’andar del tempo, l’aria diverrebbe infetta, e tutti gli esseri viventi scomparirebbero dalla faccia della Terra».

I cinque maggiori fiumi del mondo sono, secondo Ibn Batuta, il Nilo, l’Eufrate, il Tigri, il Sihun (Syrdaria), ed il Dijhun (Amudaria). Altri cinque possono essere paragonati a questi, cioè il Sindh (Indo) chiamato Penjab o cinque fiumi; il Gung (Gange), lo Jun (Giamna, affluente del Gange sulla riva destra), il fiume Athil (Volga) ed il Saro nella Tartaria sulle sponde del quale è la città di Khanbalik (Pe-King). Il Nilo vince però, di gran lunga, tutti gli altri fiumi per la dolcezza delle sue acque, per la lunghezza del corso, e per i vantaggi