Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/142

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Storiche; e del giovane, che oltre alcune lettere scrisse un Opuscolo sui Poemi di Epicarmo. Ma era anzi questo, singolarmente in Dionigi il vecchio, un pazzo capriccio di acquistarsi con ciò gran lode, che un vero desiderio di fomentare gli studj. I tre viaggi, che sotto il loro regno fece Platone in Sicilia, ne sono un chiaro argomento. Accoltovi prima con grandi onori, quali si renderebbero a un Dio, quando essi videro, che le massime del severo Filosofo punto non s’accordavano colle loro, nel cacciarono bruttamente, e una volta ancora Dionigi il vecchio operò sì, che il povero Platone fosse venduto schiavo. Veggasi tutta la Storia delle vicende accadute in Sicilia a Platone presso il bruckero, che le ha con somma diligenza esaminate e raccolte139, e in una erudita Dissertazione del celebre P. Edoardo Corsini de’ Viaggi di Platone in Italia inserita nelle Simbole del Proposto 140 141 Gori. Veggansi poi ancora presso Diodorole pazzie e il furore, a cui Dionigi si lasciò trasportare, perché i suoi versi non furono da alcuni lodati, com’ei pretendeva, e perché i Comici da lui mandati a’ giuochi Olimpici, affinché vi cantassero i versi da lui composti, ricevuti furono colle fischiate. Io non debbo trattenermi in tali cose più a lungo; poiché se alla Storia di quegli, che in Italia coltivarono e fomentaron le scienze, aggiugner volessi ancora la Storia di quegli, che un tal vanto si arrogarono scioccamente, troppo ampio argomento mi si offrirebbe a trattare così per riguardo a’ tempi più antichi, come ancor per riguardo a’ tempi meno lontani. XXXVIII. A conchiudere ciò che appartiene alla Letteratura della Magna Grecia e della Sicilia, resta a vedere, fin quando in quelle Provincie, e in quelle della prima singolarmente continuasse la Lingua Greca ad esser quella non solo degli Scrittori, ma ancor del volgo. Egli è assai verisimile, che la vicinanza de’ Romani colla Magna Grecia facesse agli abitanti di questa conoscere la loro lingua; e benché essi superbamente chiamasser Barbari tutti que’, che non erano Greci, molti nondimeno tra essi avran cominciato a coltivare la lingua latina. Nell’anno di Roma 487 tutta la Magna Grecia