Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/320

Da Wikisource.

ro, come pruova il Vossio54, gli imitarono. Volevan essi tramandare il lor nome e la memoria delle cose da essi operate alla posterità; ma consapevoli a sé stessi, che non tutte le loro azioni eran degni di encomj, volevano essi stessi farne il racconto, e formare il proprio loro ritratto con tal destrezza, che coprendo le macchie il rendesse vago a vedersi. Ma troppi erano gli Scrittori a quel tempo, perché la loro arte ottenesse il bramato effetto. Plinio ci ha conservato un frammento di Augusto, che sembra tratto dalla vita, che di sé medesimo egli scrisse. Ed io qui recherollo, perché ognun veda, che colto ed elegante era lo stile, di cui egli usava. Così dunque ha Plinio55

Cometes in uno totius orbis loco colitur in templo Romæ, admodum

faustus Divo Augusto judicatus ab ipso, qui, incipiente eo, apparuit ludis, quos faciebat Veneri Genitrici, non multo post obitum patris Cæsaris, in Collegio ab eo instituto; namque his verbis id gaudium prodidit: iis ipsis ludorum meorum diebus sidus crinitum per septem dies in regione cæli, quæ sub septemtrionibus est, conspectum. Id oriebatur circa undecimam horam diei, clarumque & omnibus terris conspicuum fuit. Eo sidere significari vulgus credidit, Cæsaris animam inter Deorum immortalium numina receptam; quo nomine id insigne simulacro capitis ejus, quod mox in foro consecravimus, adjectum est. Anche M. Valerio Messala Corvino, l’amico e il protettor di Tibullo, una voluminosa opera intorno alle famiglie Romane avea composta, che è rammentata da Plinio il Vecchio56. Aggiungasi Trogo Pompeo, che scritte avea in quarantaquattro libri le Storie Filippiche, di cui abbiamo il solo compendio fattone da Giustino. Dice egli stesso57, che i suoi maggiori erano oriondi dalla Gallia Narbonese; ma che suo padre sotto Giulio Cesare avea militato, e che suo Avolo in tempo della guerra Sertoriana avea da Pompeo ricevuta la Romana Cittadinanza. E io spero perciò, che gli Autori della Storia Letteraria di Francia, che tra’ loro Scrittori non senza ragione l’han registrato, ci permetteran volentieri, che il ponghiamo noi pure tra’ nostri. Innoltre. L. Fenestella, che visse a’ tempi d’Augusto,