Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/401

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mai faccia menzione alcuna di tal opera, come se non ne avesse contezza. Ma almeno fosse fedele il compendio, ch’egli ce ne offre. Il peggio si è, che egli non è fedele che nell’adottarne gli errori, ove alcuno ne hanno commesso que’ dotti Scrittori; nel rimanente egli travolge a suo piacere i lor sentimenti, e con sicurezza maravigliosa ci narra cose, che evidentemente son false. Ne sia pruova ciò, ch’egli ne dice di Plozio32. Egli afferma, che la Gallia Narbonese fu la sua patria, e ciò senza alcun fondamento; che la gloria, ch’ei s’acquistò nella professione di Retore gli meritò il soprannome d’Insigne conservatogli da Quintiliano; e Quintiliano, come abbiamo veduto, non dice già ch’egli avesse un tal soprannome; ma che tra’ Retori di quel tempo ei fu singolarmente insigne. Aggiugne, che Cicerone si duole di essere stato privo delle sublimi lezioni di Plozio, e Cicerone, come abbiamo veduto, non ha mai chiamato sublimi le lezioni di questo Retore; che Plozio terminò la sua carriera nell’oscurità di una vecchiezza coperta di gloria e di malattie; e Svetonio altro non dice, se non che diutissime vixit; e della oscurità, della gloria, delle malattie né egli né altro antico Autore non fa parola; che Quintiliano parla col maggior elogio, che sia possibile, del libro scritto da Plozio intorno al Gesto; e Quintiliano non dice altro, se non che Plozio scrisse di tal argomento, e non aggiugne alcun motto di lode: Qui de Gestu scripserunt circa tempora illa, Plotius Nigidiusque. Ma l’esattezza di questo Autore si dà a vedere singolarmente in questo passo, ch’io qui recherò colle sue parole medesime, perché non credasi, ch’io ne travolga, o ne esageri il senso: Mais tout l’éclat d’une réputation si bien établie ne put l’arracher aux persecutions de l’envie, dont un certain Marcus Cœlius fut le Ministre le plus acharné. La protection interessée, que Marcius accorda quelque tems à notre célébre Rhèteur, l’abandonna bientót à toute la rage de ses ennemis. Ambitieux de se surfaire aux siecles à venir, il vit avec indignation, que l’eloquence fiére de Plotius refusoit de se prêter au récit de ses belles actions; & c’est une excellente leçon pour ces gens de lettres si jaloux du commerce des Grands. Convien qui ricordare ciò, che di sopra si è detto, che Mario sperava, che le sue imprese potessero