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26 Storia della Letteratura Italiana.

mo osserva, altri a quel luogo con notabile diversità leggono Herophilus Diogenes. Ma checchè sia di ciò, l’esservi nella Toscana Bagni salubri, e la fama in che essi erano fino a’ tempi più antichi, bastar dee certamente a persuaderci, che uomini ancora vi avesse in Etruria, i quali le qualità e gli affetti con attento studio ne ponderassero.

XXIII.

Se coltivassero la Botanica.

Troppo debole parmi ancor l’argomento, che dal Lampredi si adopera1 a provare gli Etruschi versati nella Botanica. Adduce egli un passo di Plinio, in cui parla di un’erba detta Myriophilon da’ Greci, Millefolium da’ Latini, e dice, che gli Etruschi con tal nome chiamarono una cotal erba, cui egli vien descrivendo. Ma se l’avere presso alcun popolo ogni erba il suo nome, bastar potesse a farci credere, che lo studio della Botanica vi fiorisse, non vi sarebbe nazione alcuna, a cui non convenisse tal lode.

XXIV.

Loro invenzioni.

Altre invenzioni però noi veggiamo dagli antichi autori agli Etruschi attribuite, che uomini ingegnosi li mostrano, e nello studio della Fisica diligentemente versati. Una sorta di tromba ad uso di guerra fu da essi trovata, secondo Diodoro Siculo, che da lor prese il nome: Tubam primi invenerunt bello admodum utilem, & ab illis Tyrrhenam appellatam2: il che da Ateneo e da Polluce3 vien confermato; anzi che ogni sorta di musicali strumenti fosse tra essi conosciuta ed usata, chiaro si rende dalle urne e da altri antichi lor monumenti4, in cui i sacrificj e le feste veggonsi accompagnate dal suono di diversi strumenti, alcuni de’ quali ancora, come osserva il Buonarroti5, non si veggono mai ne’ monumenti di altre nazioni6. Agli abitanti di una delle loro Città, cioè di Bolsena, attribuisce Plinio}}

  1. pag. 52.
  2. Lib. 5 cap. IX.
  3. Athen. Deipnos. lib. IV. Poll. Onom. lib. IV cap. XI.
  4. Intorno alla Musica degli Etruschi si può leggere un’erudita dissertazione del celebre Antiquario Passeri poc’anzi da noi lodato (Picturæ Etrusc. in Vasc. Vol. II p. LXXIII &c.).
  5. Supplem. a Dempst. p. 68.
  6. Il Sig. Landi nelle note aggiunte al suo compendio della mia Storia osserva (T. I p. 332), che il trovarsi scolpiti ne’ vasi Etruschi i musicali strumenti pruova, che essi ne usavano, non che ne fossero gli inventori. Nè io ho argomentato così, come ognun può vedere; ma dalle sculture loro io ho solo inferito, che ogni sorta di musicali strumenti era tra essi conosciuta ed usata. Poco appresso ei muove qualche dubbio su ciò, ch’io ho detto delle invenzioni nautiche degli Etruschi; ma non parmi, che ei rechi ragione alcuna per dubitarne.