Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/105

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     Ma l’ha bisogno d’una buona cura,
     La quale a custodirla sia parata;
     E perchè ha in sè l’immagine di Dio,
     Vo’ che la guardi un Angel santo e pio.

Ma il demonio invidioso che sì vil cosa abbia a fruire quel regno, del qual esso è privato, si apparecchia a darle battaglia. L’angelo custode conforta l’anima e le presenta la Memoria, l’Intelletto e la Volontà: le sue potenzie. L’Intelletto parla dopo la Memoria e dice:

     Io son di te la seconda potenzia
     E il nome mio è detto Intelligenzia.
La mia quiete si sta nel verbo eterno,
     E quivi sempre debbo esser saziato:
     Però che in questo esilio io non discerno
     Com’io sarò in quel regno beato.
     Allora io sarò sazio in sempiterno,
     E quivi il mio obbietto arò trovato,
     Fermandomi in quel razzo rilucente,
     Chè senza quello inquieta è la mia mente.
Lievati sopra te tutta in fervore,
     E guarda un po’ del Ciel quell’ornamento,
     Vedrailo circondato di splendore.
     Poi pensa, anima mia, quel che v’è drento
     Lascia un po’ star le cose esteriore,
     Se vuoi aver di quello intendimento:
     Per questo i Santi tutti innamorati
     Il mondo disprezzorno, pompe e stati.

E la Volontà dice:

Io son la Volontà che ho a fruire
     Quel ben che ha dichiarato l’intelletto,
     E in quel fermando tutto il mio desire,
     Perchè creata sono a quest’effetto.
     E perchè l’occhio corporal non vede,
     Credendo ho da seguir con pura fede.