Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
316 | storia |
A rattenere l’impeto disordinato de’fuggiaschi, non che a prevenire gli effetti del malo esempio e dello scoramento contagioso negli altri, si vollero dall’autorità adottare alcuni temperamenti.
Prima di tutto con una circolare del 18 di maggio del ministro Mamiani, si prescriveva ai presidi delle provincia di esercitare i loro sforzi onde distruggere i germi di scoramento in que’ militi che avevano abbandonato le schiere per ritornarsene ai loro focolari. 1 E quindi il principe Aldobrandini con ordine del giorno 19 decretava che si cancellassero i loro nomi dai ruoli della civica, ed ordinava in pari tempo che Filippo Gerardi e Antonio Doria si recassero loro incontro per trattenerli e indurli a tornare indietro;2 ed il commissario Carlo Pepoli emetteva perfino un proclama a questo effetto: e così si rimediò alla meglio a questo sconcerto.3
Ora ci occorre di parlare dì un avvenimento che per i tempi che correvano potè chiamarsi d’importanza, vogliam dire l’arrivo in Roma del famoso Gioberti.
Giunse il Gioberti in Roma il 24 di maggio e prese alloggio nell’albergo d’Inghilterra in via Borgognona. 4
Appena se ne diffuse la notizia il comando civico pose a sua disposizione, per fargli la guardia di onore, quattordici civici in uniforme.5
Lo stesso giorno dell’arrivo volle percorrere il Corso in cocchio a passo affettatamente lento, compiacendosi visibilmente di ricevere i saluti di chi trovavasi sul suo passaggio e provocando egli stesso in certo modo gli applausi. Parea che dicesse: «Guardatemi bene; sono il famoso Gioberti.» Acclamazioni entusiastiche però non vi furono affatto, e