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della rivoluzione di roma 45

Santo Padre contornato da bandiere, cannoni, armi e trofei, quasi che fosse stato quello di un Federico II, o di un Napoleone I....!1

Il cattivo tempo del giorno 10 impedì la dimostrazione che avevasi in animo di fare al Santo Padre in ringraziamento di questo motu-proprio; sicché essa ebbe luogo il giorno 11 circa alle 4 ½ pomeridiane.

Una mezz’ora prima però il Santo Padre avendo fatto chiamare a sè tutti i colonnelli della guardia civica e gli ufficiali maggiori degli altri corpi militari, diresse loro il seguente discorso:

«La circostanza è tanto imperiosa, le cose s’incalzano tanto, che mi piace appellarmi alla lealtà della mia guardia civica. A questo corpo affido la mia persona, le mie sostanze, il sacro collegio, le vite e le sostanze di tutti i cittadini, il mantenimento dell’ordine e della tranquillità pubblica; non credo meglio fidare che in questo corpo, il quale tante prove mi ha dato in sì breve tempo.

» Ho incaricato una commissione a riunire tutte le disposizioni già da me date, onde poter vedere quale estensione maggiore possa darsi alle riforme onde siano in armonia coi bisogni e. coi desideri attuali. Aumenterò il numero dei componenti la Consulta di stato, e darò una estensione maggiore alle sue facoltà. Quel che ho promesso voglio assolutamente mantenere, ed a quest’ora si sarebbe già effettuato, se quelli ai quali ho offerto il relativo portafoglio, non si fossero espressi di volerlo accettare con condizioni, ed io condizioni non le riceverò giammai. Non sarà mai che acconsenta, a dose contrarie alla Chiesa ed ai principi della religione; e se mi si volesse forzare, se mi vedessi abbandonato, mai cederei, ma mi metterei in braccio alla Provvidenza. I

  1. Vedilo ristampato nel vol. Atti ufficiali della nostra raccolta al num. 40.