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della rivoluzione di roma 93



CAPITOLO V.

[Anno 1848]


Proseguimento degli effetti della rivoluzione di Francia. — Lettere del Gioberti per distogliere gl’Italiani, dalla repubblica. — Associazione nazionale formatasi in Parigi il 5 marzo 1848 sotto la presidenza del Mazzini per ispingere gl’italiani alle forme repubblicane. — In Roma viene approvato il circolo popolare. — Indirizzo del municipio al Santo Padre per ottenere un governo a forme rappresentative. — Ministero laicale del 10 marzo. — Considerazioni sugli nomini che si scelsero per formarlo. —- Statuto pontificio del 14 marzo, e feste che ne seguirono. — Ringraziamento del principe Corsini al Santo Padre, e sua risposta. — Il marchese Filippo Patrizi caduto in disgrazia dei liberali. — Sua visita al caffè delle Belle Arti per fare professione dei suoi sensi italiani, e purgarsi dalla taccia di Gesuitismo.


I casi di Parigi vennero in mal punto per la rivoluzione italiana, per quella intendiamo che avea per capi un Gioberti, un Balbo, un d’Azeglio, e che posava su base monarchica.

Essi ne intorbidarono i piani, ne sconvolsero i divisamenti, ne alterarono le intenzioni. Non così però la pensavano i seguaci del Mazzini, che collo svolgersi improvviso, e col subito trionfo di un insperato movimento repubblicano, videro anticiparsi per lo meno di dieci anni l’adempimento delle loro speranze.

Dopo di ciò, ecco alcuni capi della rivoluzione italiana ch’erano a Parigi, e che da Parigi guidavano il movimento romano, porsi all’opera per regolarne meglio il compito, a seconda delle loro individuali vedute. Di ciò abbiamo alcuni documenti irrefragabili nelle lettere in istampa mandate a Roma dal Gioberti, una delle quali diretta al suo grande amico Giuseppe Massari, e l’altra al Montanelli,