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nana, sotto una via angusta per dove dovevano necessanamente passare le truppe napolitaue.

» Terminate le operazioni dell’occupazione, 8. M. il Re di Napoli arrivò a Terracina alla testa della sua armata, e il generale Bustillo ebbe l’onore di consegnargli i forti.

» In seguito alla notizia che la squadriglia spagnuola aprì la via a’ Napolitani impadronendosi dei forti di Terracina, il ministero decise che un corpo di spedizione di quattromila uomini sarebbe diretto immediatamente a Roma, sotto gli ordini del generale Cordova, avendo per secondo nel comando il generale Lersundi. Il generale Cordova partirà domani da Madrid per Barcellona, dove deve imbarcarsi la spedizione.»1

Tutto ciò fu conosciuto sicuramente dal governo romano a suo tempo, per mezzo de’ suoi agenti o affigliati, chè certo ne aveva ovunque; ma esso pose ogni cura di tenerlo celato ai Romani, e solo se ne venne in cognizione quando i giornali che abbiamo accennati ne parlarono molto tempo dopo.

Siamo ora al famoso di 30 aprile, in proposito del quale diremo per prima cosa che il Monitore di detto giorno riportò un decreto del triumvirato in data del 29, nel quale ordinavasi che i certificati i quali trovavansi emessi per le rendite consolidate intestate alle mani morte s’intendessero di niun effetto e valore, e che fossero creati ed emessi sopra la rendita di scudi 627,950 intestata alle mani morte, certificati al portatore per scudi 328,185, e per i residuali scudi 299,765 venissero creati ed emessi altrettanti certificati intestati all’erario.2

Fu inoltre pubblicato un decreto con il quale istituivasi una commissione che mediante la parola viva e ardente della fede infiammi e sostenga il coraggio del popolo. Così diceva lo scritto.


  1. Vedi la Speranza dell’epoca del 30 maggio, e la Gazzetta di Genova del 18 detto.
  2. Vedi il Monitore, pag. 397.