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178 VITA DI PIO VII

avea deciso di visitare la capitale del mondo cattolico, quindi Napoli e Firenze. Dovea farsi all’ospite augusto accoglienza degna di Roma e di lui. Non venne meno la solerzia romana e l’operosità di Consalvi. Nel breve intervallo che corse dall’avviso all’arrivo fu tutto nobilmente disposto: si scelsero nel quirinale gli appartamenti destinati all'imperatore, all’augusta consorte, alla loro figlia l'arciduchessa Carolina. Ai grandi, che seguivano la corte si apprestò stanza nel palazzo della consulta. Dissero, e fu errore, che la visita imperiale costò al governo del papa quattrocento mila scudi: a tanta pompa ne bastaròno ottanta mila. Un editto del governatore di Roma ne annunciava al popolo l'arrivo imminente; il direttore delle poste marchese Massimo partiva da Roma per riceverlo alla frontiera: il prelato Riario, maestro di camera, recavasi a Viterbo per complimentarlo da parte del papa. Tutto era disposto quando il dì primo aprile un corriere recò la notizia, che Francesco I sarebbe giunto alle tre pomeridiane. Mossero allora dalle scuderie pontificie otto mute di carrozze destinate all'imperiale servizio: in un ricco padiglione, innalzato al di là del ponte milvio per riposo degli augusti viaggiatori, li attendeva Consalvi. Tre prelati palatini, Mancurti, Calderini, Ginnasi, quattro camerieri di spada e cappa erano là convenuti col foriere maggiore marchese Sacchetti, col cavallerizzo baron Piccolomini e il capitano della guardia svizzera Pyffer per corteggiarlo. Stavano le milizie pontificie schierate lungo la via quando il cannone della torre sul ponte milvio salutò l’imperatore che dopo breve sosta, entrato nella carrozza palatina con la consorte e la figlia, volle seco il cardinale segretario di stato. Preceduto il convoglio dal principe Kaunitz ambasciatore cesareo, giunse alla porta flaminia al rimbombo delle artiglîerie, che traevano a festa dal forte sant'angelo e dalle alture del Pincio. Aprivano il corteggio quattro corrieri pontificî; quindi a breve distanza due carabinieri, due dragoni, due guardie nobili a cavallo: allo sportello della carrozza imperiale era un esente, immediatamente un plutone di guardie nobili pontificie: stavano nelle altre